viuleeeenza

 

A parte che fa sempre un po’ ridere sentir parlare di violenza chi propone in parlamento una legge per cancellare il diritto alle cure dei migranti non in regola con il permesso di soggiorno (come pure sentir parlare di riforma dell’istruzione che scrive INCOSCENTE senza la i), ci chiediamo perplessi:

MA PERCHE’ CHI HA INTENZIONE DI TIRARTI UNA MOLOTOV DOVREBBE PRIMA TIRARTI UN PALLONCINO?? 

 

"Con
palloncini di vernice rossa
I VANDALI IMBRATTANO LA
SEDE DELLA LEGA

Arcene (Bergamo)-  Blitz dei vandali contro la sede della
Lega Nord. Nella notte tra mercoledì e ieri, giovedì, ignoti hanno bersagliato
il muro esterno dell’edificio di Corso Europa con dei palloncini pieni di
vernice rossa. I teppisti hanno probabilmente tentato di colpire il bandierone
con il «Sole delle Alpi», ma al termine del raid hanno imbrattato anche la
parete, parte del vetro di una finestra, la strada sottostante e alcuni gli
schizzi sono finiti anche sul rivestimento di pietra e su alcuni veicoli
parcheggiati davanti allo stabile.
"

Il Giornale di Treviglio, 31/10/08 

 

Comunicato della Lega Nord Arcene:

"Il Gruppo Lega Nord Arcene, forte del consenso del
paese e della solidarietà espressa, condanna questo ennesimo atto di inciviltà
e comunica che sporgerà querela verso ignoti. Proprio in questi giorni in
cui molti sono scesi in piazza contro la Riforma Gelmini
,
questo gesto denota come ancora oggi manchi nelle persone il senso civico e la
buona educazione. Esistono molti modi per esprimere contrarietà e dissenso, ma non
è tollerabile l’uso della violenza
(…). Se questa notte hanno usato
vernice, non ci stupiremmo se la follia incoscente portasse all’uso di
sassi o Molotov (come allo stadio), dunque dobbiamo garantire sicurezza ai
residenti prima di tutto
."

 .

 

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Treviglio, assemblea contro la riforma Gelmini


La rete delle "Scuole pubbliche autoconvocate di Treviglio-Caravaggio" organizza per il 28 ottobre alle 20,45, nell’auditorium della Cassa Rurale di via Carcano, a Treviglio, l’incontro per dire "no alla demolizione della Scuola pubblica italiana",  contro la riforma del governo in carica. "Sarà una serata – dicono gli organizzatori – di informazione e di scambio aperta a studenti, genitori, amministratori locali, docenti e personale scolastico, per illustrare le attuali politiche scolastiche".
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Tra zero e un delitto – Quinto racconto della bassa

Tra zero e un delitto

Tra
zero e un delitto

Come?

Ha
capito benissimo
!”

E’
proprio lui?

Senta
signora, già le stiamo facendo un favore. Lei non è la
moglie, non è una parente, non è nessuno. Dovrebbe
essere contenta perché l’abbiamo chiamata. Vuole muoversi
oppure no? Altrimenti ci pensiamo noi a risolvere la situazione
.”

Arrivo.
Arrivo subito
”.

Natalya
rimase immobile con il cellulare in mano. Non riusciva ancora a
credere che non si trattasse di uno scherzo idiota. Eppure le avevano
passato il sindaco in persona, aveva riconosciuto la voce. Al sindaco
piaceva farsi intervistare, le sue trovate creative spesso attiravano
l’attenzione anche delle televisioni nazionali e l’avevano fatto
diventare un esponente noto e rispettato del partito Demopadano; la
sua era una voce nota, insomma.

Non
era tipo da telefonare ad un’ucraina qualsiasi senza una valida
ragione.

Natalya
si guardò intorno, cercando istintivamente il sostegno di
Vitaly. Ma lui non c’era, e non poteva aiutarla.

Suo
figlio Vitaly se n’era andato.

Avrebbe
dovuto cavarsela da sola.

Infilò
il cappotto, e anche il cappellino con le rose dipinte che aveva
comprato al mercato due settimane prima. “A lui piace tanto,
dice che mi fa sembrare una ragazzina
”, le capitò di
pensare. E poi faceva freddo ormai, un freddo umido e grigio che
pareva destinato a durare per sempre, e che non le andava di
affrontare a capo scoperto.

L’autunno
in Valpadana.

Uscì
in fretta dal monolocale, ricavato nell’angolo di un cortile da
quella che una volta era stata una stalla, e attraversò di
corsa il centro di Cordoglio al Membro. Le pareva che da ogni
finestra qualcuno la stesse a fissare, ma non se ne curò.

Ci
era abituata.

Da
quando era arrivata in paese, non ancora domata dalla nebbia, gonna
corta, capelli ossigenati, determinata a imboccare anziani e pulire
pavimenti senza perdere lo stile, aveva avuto su di sé occhi
di sconosciuti in ogni istante. O almeno durante le due ore libere
che usava per andare a fare la spesa e fumarsi una sigaretta al
parco. Quando con il passare degli anni, faticosi e monotoni, era
riuscita finalmente ad affittare un monolocale solo per sé e a
lavorare solo durante il giorno, non le era dispiaciuto vivere in una
cascina mezza diroccata lontana dalle altre case.

E
poi a Vitaly piace la campagna…

Arrivò
presto davanti alla folla di curiosi, improbabili fotografi dei
quotidiani locali (che in realtà si trovavano in zona per
documentare la decapitazione di una statua della Madonna per opera di
presunti satanisti locali), ragazzini in motorino, catechiste appena
uscite dal vicino oratorio.

In
fondo intravedeva il cordone dei carabinieri, il sindaco che
sbraitava rosso in volto, e l’intero corpo della Polizia locale di
Cordoglio al Membro, che superava ormai per numero ed intraprendenza
ogni altra forza armata della zona.

All’improvviso
tutto il suo coraggio venne a mancare, e si sentì stanca,
senza fiato.

Discosta
dalle altre c’era un’auto bianco verde della locale, parcheggiata
in malo modo. Due finestrini erano esplosi, e la rosa camuna dipinta
sulla fiancata appariva decorata da molti piccoli fori.

Pallini
da caccia.


E’ tutto vero, allora”, pensò Natalya.

 

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Morte di un uomo invisibile

 

Un’altra storia della Bassa. La morte
di una non-persona, di un clandestino, di un fantasma tra milioni di altri
fantasmi.

L’articolo pietista non si
interroga minimamente sul perché un lavoratore in Italia da quattro anni
risulti “clandestino”, né sul fatto che un clandestino non può prendere la
patente, né può opporsi se la cooperativa di facchinaggio per cui lavora lo
manda a faticare a quaranta chilometri da casa sua.

Meglio illudersi che la vedova
verrà aiutata, che i trevigliesi porteranno mazzi di fiori sulla bara, perché in fondo noi italiani siamo brava gente, ché farsi
domande troppo scomode.

Questo forse non è un omicidio
razzista, perché parlare di razzismo è riduttivo nella situazione in cui ci
troviamo. Una parte delle persone che vivono in Italia non sono discriminate
per la “razza” a cui appartengono: semplicemente non esistono, se non come braccia,
corpi invisibili. Spesso, cadaveri. Mai persone.

Zoilo Gutierrez Ore ha dovuto morire per riappropriarsi della propria identità, del proprio nome. Ma la sua foto che compare di fianco all’articolo ha una sola parola come didascalia, semplice, precisa come un colpo di pistola: clandestino.  

MUORE INVESTITO MENTRE VA AL LAVORO

Tutti i giorni faceva la
spola da Cavenate percorrendo 40 chilometri pur di non rimanere disoccupato

 

Treviglio –  Falciato
in bici mentre si reca al lavoro in città. Zoilo Gutierrez Ore, boliviano di 37
anni, in Italia da 4 anni ma ancora clandestino, tutti i giorni percorreva 40 chilometri in
bicicletta, 20 all’andata e 20 al ritorno. Da Cavenate Brianza, dove viveva con
la moglie, veniva fino a Treviglio in sella alla sua due ruote. La sua meta era
il centro commerciale «Il Pellicano» di viale Montegrappa, dove una cooperativa
gli aveva trovato un posto da facchino. Lunedì all’alba, mentre percorreva la Statale 11 al confine con
Cassano, è stato falciato e ucciso da una «Fiat Multipla» con a bordo sei
manovali di Cologno al Serio.
  Era due mesi che Zoilo Gutierrez Ore si alzava alle 4 di mattina e
partiva per Treviglio. Da agosto infatti lavorava in città, al centro
commerciale dove prendeva servizio alle 7. Utilizzando il permesso di soggiorno
del fratello, era riuscito a farsi assumere da una cooperativa del Milanese che
poi gli aveva trovato quell’occupazione. Un posto «scomodo» per Zoilo che, non
avendo la patente e non disponendo dei soldi per comprare neppure un motorino,
non aveva altro mezzo che la sua bicicletta per percorrere i 20 chilometri tra la sua
abitazione e Treviglio. Un posto però prezioso per l’extracomunitario, perché
quel lavoro per lui era la speranza di poter avere una vita migliore e di poter
spedire dei soldi ai tre figli che era stato costretto a lasciare in Patria ai
genitori. Una speranza che però si è bruscamente interrotta lunedì.
Erano circa le 6.30 quando Zoilo Gutierrez Ore ha superato il ponte di Cassano
immettendosi sull’ex Ss 11.
Ha
Sul posto è poi intervenuta la pattuglia della Polizia Stradale di Treviglio
che ha effettuato i rilievi mentre la salma di Zoilo Guiterrez Ore veniva
portata alla camera mortuaria del cimitero cittadino. Solo nel pomeriggio gli
agenti sono riusciti a rintracciare Malena Drew Arze 34 anni, la moglie del
boliviano risultata anche lei senza permesso di soggiorno. Martedì mattina la
donna è arrivata a Treviglio per riconoscere la salma del congiunto. Con lei il
console onorario della Bolivia Giuseppe Crippa. La sezione milanese
dell’associazione dei boliviani in Italia ha annunciato che chiederà un
permesso di soggiorno per la vedova e raccoglierà dei fondi per aiutarla. La
salma sarà rimpatriata la prossima settimana.

Il Giornale di Treviglio, 17/10/2008

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Non ho vergogna di andare a Zingonia

Zingonia
è un’ "area"della Bassa bergamasca. Nè un paese, nè una
città. E’ nata intorno alla meta’ degli anni Sessanta per volere del
finanziere Remo Zingone come citta’ utopica per i lavoratori
.
Oneri di costruzione a carico dei 5 comuni in cui è diviso il
territorio (Verdello, Verdellino, Ciserano, Boltiere, Osio Sotto),
guadagni riservati a Zingone.

Sull’Unità,
in data 24/05/70, compare un’intervista allo stesso Zingone: "Ho
creato varie infrastrutture di base…ora tocca agli altri fare quel
che rimane da fare
".

Negli
anni ’70 i primi comuni a disconoscere gli accordi  con Zingonia
sono Boltiere e verdellino, negando alcune costruzioni. Ne scaturisce
una causa, vinta dalla società. Finite la agevolazioni la ditte
abbandonano l’area, a partire dalle grandi firme: Faema, Ford,
Bayer…

Alla
metà degli anni ’70 Zingone si ritirò in Costa Rica, cedendo le sue
attività.

Oggi
Zingonia è una periferia senza centro che non compare nemmeno sulla
carta geografica nonostante i suoi qausi 30.000 abitanti, un ghetto
dove finiscono i più vulnerabili, i nuovi arrivati, in attesa di
potersi permettere qualcosa di meglio.

Negli
anni ’60 sono stati costruiti decine di palazzoni, tra cui i
famigerati condomini Athena, destinati ad assorbire l’ondata
di migrazione interna, quella dei "terùn". Appena i
meridionali sono riusciti ad ottenere qualche soldo, un minimo di
stabilità esistenziale, se ne sono andati da Zingonia lasciando gli
stessi palazzi, solo più vecchi e malandati, a disposizione dei
primi migranti stranieri in arrivo negli anni ’80. La comunità
senegalese è la più folta e radicata, progressivamente la seguono
albanesi, marocchini, pakistani. Capannoni e fabbrichette non
mancano, gira voce che "il lavoro si trova".

I
migranti vivono in un duplice ghetto, a Zingonia: quello creato dalla
gente dei comuni limitrofi, che percepisce questo agglomerato di case
e fabbriche come un corpo estraneo cresciuto come un tumore fra i
loro paesi, e che non ricorda di avere un tempo sognato una città
che li riscattasse dal destino di emigranti, pendolari, uomini di
fatica; quello creato dalla malavita organizzata, che gestisce
tranquillamente spaccio e prostituzione attirando clienti da tutta la
Lombardia.
I clandestini sono prigionieri per un altro motivo
ancora: la polizia staziona quasi perennemente nella "piazza del
missile" (chiamata così per la fontana a forma di razzo),
davanti al locale che serve kebab, tra i palazzi scrostati. Molti
escono di casa solo per andare al lavoro, in nero, in uno dei tanti
capannoni della zona. Molti si lamentano perchè gli spacciatori
stazionano stabilmente solo 500 metri più in là, a Piazza Affari, e
le “forze dell’ordine” preferiscono parcheggiarsi di fronte a
casa loro.

Nel
frattempo i proprietari degli appartamenti nei condomini Athena,
agenzie immobiliari e padroncini che sanno rendersi opportunamente
invisibili, sfruttano gli inquilini fino all’osso: nonostante gli
affitti siano cari, i palazzi non ricevono interventi di manutenzione
da anni, e gli abitanti rischiano perennemente che acqua e gas
vengano chiusi.

Con
l’affermazione delle politiche securitarie e xenofobe in Italia,
Zingonia e in particolare i palazzi Athena sono diventati anche un
simbolo e un’occasione per ghiotte speculazioni politiche: la Lega
Nord aveva deciso di aprire la propria campagna elettorale
provinciale per le elezioni politiche del 2008 proprio di fronte a
questi palazzi, con un corteo per "ripulire Zingonia, prima che
infetti i paesi vicini”.

Un
flop tremendo, soprattutto a causa di una decisa contestazione
spontanea dei migranti.

Gli
Athena sono però rimasti oggetto di una speciale attenzione
politica e mediatica, finchè, la mattina di mercoledì 9 ottobre
2008 gli abitanti della zona si sono trovati a subire l’ennesima
retata.

Non
esattamente la solita storia; un blitz un grande stile, come spiega
questo articolo dell’Eco di Bergamo: “Più di cento i
carabinieri impegnati e coordinati dal comandante del reparto
operativo provinciale, tenente colonnello Giuseppe Serlenga, e dal
comandante della compagnia di Treviglio, capitano Giulio Modesti. Per
avere 100 uomini a disposizione la compagnia di Treviglio ha ottenuto
il supporto delle compagnie di Zogno e Bergamo, oltre che del comando
di Milano, del nucleo militare elicotteristi di stanza a Orio al
Serio e di tre unità cinofile(…)Non è mancata la disponibilità
di uomini della polizia locale di Ciserano – presente il sindaco
Natale Zucchetti -, delle polizie locali di Bariano, Boltiere e
Caravaggio, dei vigili del fuoco di Treviglio, di un’autoambulanza
del 118 e di esperti dell’Asl
(…)

Quaranta
le persone sottoposte a controlli specifici: fin dalle prime ore del
mattino si sono resi necessari accertamenti ulteriori su una trentina
di loro. Cinque uomini sono stati arrestati per aver violato più
volte la legge Bossi-Fini, altri cinque sono stati trasferiti nei
Centri di Permanenza Temporanea di Gorizia e Milano. Sulla restante
ventina di immigrati ci sono ancora in corso controlli”

Questi
i commenti politici, sempre tratti dallo stesso articolo: "Su
Zingonia non bisogna mollare la presa
– ha dichiarato il
deputato bergamasco del Pd Antonio Misiani – non si può che
esprimere apprezzamento per l’operazione dei carabinieri. I
parlamentari bergamaschi, su impulso dei sindaci della zona, si
stanno impegnando per l’elevazione a tenenza dell’attuale caserma".
"Rivolgo un sincero plauso alla maxi operazione di controllo e
prevenzione del territorio da parte del comando provinciale dei
Carabinieri svoltasi questa mattina a Zingonia – ha concluso il
deputato del Pdl Gregorio Fontana -. Operazioni come quella di oggi
possono essere più efficaci anche grazie alle nuove norme contenute
nel pacchetto sicurezza approvato dal governo Berlusconi nei primi
mesi di governo"
.

Rilevante
anche il ruolo svolto dall’unica azienda di trasporti pubblici
locali, la S.A.I. (Società Autolinee Interprovinciali)
come
leggerete di seguito, nella testimonianza di un giovane operaio
migrante che ha voluto raccontarci cosa è successo agli abitanti dei
condomini Athena, la cui voce è stata ignorata da tutti i media
locali.

 
“Mi trovavo in uno dei palazzi Athena di Zingonia, ospite di un
amico. Alle 5 del mattino, siamo stati bruscamente svegliati
dall’irruzione di cinque carabinieri, che hanno sfondato la porta
dell’appartamento con un ariete, senza prima bussare né
annunciarsi. Ci hanno chiesto il permesso di soggiorno, ma i
controlli che hanno effettuato sono stati molto frettolosi, sembrava
che i documenti non gli interessassero troppo. Io ero spaventato. La
stessa scena si è ripetuta in tutto il palazzo, le famiglie sono
state svegliate dai colpi di ariete in tutti i 32 appartamenti.
C’erano cinque carabinieri per ogni appartamento, quindi dovevano
essere più di cento. Nel frattempo ci siamo accorti che un
elicottero stava sorvolando la zona.

I
carabinieri hanno fermato anche alcune persone che conoscevo, non in
regola con i documenti, operai in una piccola fabbrica della zona. In
un appartamento devono aver trovato della droga, perché hanno appeso
alla porta un foglio con un avviso di sequestro.

Non
credo proprio che abbiano trovato degli spacciatori, forse qualche
sprovveduto, perché gran parte degli spacciatori non vivono nei
palazzi. Inoltre la sera prima i carabinieri si erano presentati per
togliere acqua e gas al condominio, quindi molti avevano capito che
sarebbe successo qualcosa.

Il
palazzo poi non era totalmente isolato, rimanevano delle vie di fuga.
Io penso che gli spacciatori non se ne andranno mai, finchè non li
controllano sul serio.

Per
strada ho visto che i carabinieri fermavano un autobus di linea della
S.A.I., facendo scendere tutte le persone a bordo.
Molti erano
studenti e lavoratori di Zingonia. Hanno poi accompagnato queste
persone al lavoro sulle auto di servizio.

Ho
visto che caricavano a bordo dell’autobus queste persone fermate,
con le mani legate dietro la schiena con fascette di plastica.
Ho
visto anche sette o otto bambini dei palazzi Athena che guardavano
tutto, con lo zaino in spalla, ma non credo siano poi andati a scuola
perché nel frattempo si erano fatte le otto.

Il
mio amico si è messo a filmare la scena con il cellulare, i
carabinieri volevano che la smettesse e l’hanno preso a male
parole. Lui però ha detto loro che l’avevano già controllato, era
in regola e dunque poteva fare ciò che voleva. L’hanno lasciato
stare.

Ho
poi saputo che i fermati sono stati portati nella caserma dei
carabinieri di Treviglio, non in questura come ha scritto il
giornale. Non sappiamo ancora cosa sarà di loro.

Già
la sera stessa gli spacciatori sono ricomparsi
, io lo sapevo
che loro non erano stati arrestati.

Qualcuno
voleva sporgere denuncia per la porta sfondata, ma poi hanno pensato
che i carabinieri avrebbero detto “l’abbiamo fatto perché
voi non aprivate
”. La gente si è spaventata perché i
carabinieri erano tantissimi, sono arrivati mentre tutti dormivano, e
per l’elicottero. Io stesso ormai non vado molto in giro, per
la mia sicurezza
.”

A questo punto vorremmo
brevemente parlare di qualcosa che non si sente dire spesso su
Zingonia: Zingonia è un intreccio di cicatrici che stanno a
ricordare fenomeni rappresentativi dell’Italia intera; speculazione,
sviluppo industriale, mancanza di pianificazione, immigrazione
interna ed esterna; ma è anche un laboratorio di relazioni in
continua trasformazione. Sul territorio esistono una scuola di
italiano per migranti, un centro culturale attivo anche
nell’istruzione degli adulti, quattro studi di artisti la cui opera è
strettamente legata al territorio, due moschee, varie
associazioni di migranti, una squadra di cricket composta da
pakistani che dà del filo a torcere anche ai terribili rivali
bresciani. E molte persone che non si vergognano di vivere lì, e non
vogliono mollare la presa.

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Testimonianza sul blitz a Zingonia

 http://bassa2.noblogs.org/post/2008/10/08/blitz-all-athena

 

Parla un testimone del blitz compiuto ieri da carabinieri e
polizia locale a Zingonia, molto lodato da esponenti del PD e del Pdl; si
tratta di un giovane operaio migrante che ha voluto raccontarci cosa è successo
agli abitanti dei condomini Athena, la cui voce è stata ignorata da tutti i
media locali.

 

“Mi trovavo in uno dei palazzi
Athena di Zingonia, ospite di un amico. Alle 5 del mattino, siamo stati
bruscamente svegliati dall’irruzione di cinque carabinieri, che hanno sfondato
la porta dell’appartamento con un ariete, senza prima bussare né annunciarsi.
Ci hanno chiesto il permesso di soggiorno, ma i controlli che hanno effettuato
sono stati molto frettolosi, sembrava che i documenti non gli interessassero
troppo. Io ero spaventato. La stessa scena si è ripetuta in tutto il palazzo,
le famiglie sono state svegliate dai colpi di ariete in tutti i 32
appartamenti. C’erano cinque carabinieri per ogni appartamento, quindi dovevano
essere più di cento. Nel frattempo ci siamo accorti che un elicottero stava sorvolando
la zona.

I carabinieri hanno fermato anche
alcune persone che conoscevo, non in regola con i documenti, operai in una
piccola fabbrica della zona. In un appartamento devono aver trovato della
droga, perché hanno appeso alla porta un foglio con un avviso di sequestro.

Non credo proprio che abbiano
trovato degli spacciatori, forse qualche sprovveduto, perché gran parte degli
spacciatori non vivono nei palazzi. Inoltre la sera prima i carabinieri si
erano presentati per togliere acqua e gas al condominio, quindi molti avevano
capito che sarebbe successo qualcosa.

Il palazzo poi non era totalmente
isolato, rimanevano delle vie di fuga. Io penso che gli spacciatori non se ne
andranno mai, finchè non li controllano sul serio.

Per strada ho visto che i
carabinieri fermavano un autobus di linea della S.A.I., facendo scendere tutte
le persone a bordo. Molti erano studenti e lavoratori di Zingonia. Hanno poi
accompagnato queste persone al lavoro sulle auto di servizio.

Ho visto che caricavano a bordo
dell’autobus queste persone fermate, con le mani legate dietro la schiena con
fascette di plastica. Ho visto anche sette o otto bambini dei palazzi Athena
che guardavano tutto, con lo zaino in spalla, ma non credo siano poi andati a
scuola perché nel frattempo si erano fatte le otto.

Il mio amico si è messo a filmare la scena con
il cellulare, i carabinieri volevano che la smettesse e l’hanno preso a male
parole. Lui però ha detto loro che l’avevano già controllato, era in regola e
dunque poteva fare ciò che voleva. L’hanno lasciato stare.

Ho poi saputo che i fermati sono
stati portati nella caserma dei carabinieri di Treviglio, non in questura come ha scritto il giornale. Non sappiamo ancora cosa sarà di loro.

Già la sera stessa gli
spacciatori sono ricomparsi
, io lo sapevo che loro non erano stati arrestati.

Qualcuno voleva sporgere denuncia
per la porta sfondata, ma poi hanno pensato che i carabinieri avrebbero detto “l’abbiamo fatto perché voi non aprivate”.
La gente si è spaventata perché i carabinieri erano tantissimi, sono arrivati
mentre tutti dormivano, e per l’elicottero. Io stesso ormai non vado molto in
giro, per la mia sicurezza.”

 

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Blitz all’Athena

Zingonia, blitz dell’Arma al complesso Athena


Notizia tratta dal sito
dell’Eco di Bergamo.


Siamo in attesa di
saperne di più, possibilmente dalla viva voce degli
interessati.

Zingonia, blitz dell’Arma al
complesso Athena
Trenta extracomunitari portati in Questura

Maxi operazione con
controlli di appartamenti e clandestini, questa mattina da parte dei
carabinieri, a Zingonia di Ciserano. Attorno alle 7 numerose
pattuglie dei militari dell’Arma delle caserme di tutta la Bassa
Bergamasca si sono dirette verso il complesso residenziale Athena,
dove vivono circa 500 persone, per lo più africani. Con i
carabinieri anche un equipaggio del 118, i vigili del fuoco di
Treviglio con un’autoscala, un elicottero dei carabinieri,
responsabili dell’Asl, tecnici con gruppi elettrogeni per illuminare
con i riflettori l’intera zona. Nel corso dell’operazione si sono
avuti controlli a raffica delle persone presenti nell’edificio. Le
condizioni igieniche all’interno del complesso residenziale sono
state definite eufemisticamente precarie, al limite della
sopportabilità.

Trenta extracomunitari
sono stati portati in Questura per accertamenti. Al momento non si
esclude che alcuni di loro debba essere espulso. Alcuni appartamenti
potrebbero anche essere messi sotto sequestro, in base alle nuove
normative di legge in tema di sicurezza.



Per ora solo alcune note:


  1. In questi brutti
    palazzoni scelti da politici e media locali come simbolo del
    “degrado” vivono circa 500 persone. Di queste, solo 30 (il 6%!)
    saranno sottoposte ad accertamenti. Per cercare 30 ipotetici
    criminali, centinaia di persone sono state rese oggetto di uno
    spropositato spiegamento di forze (elicotteri! gruppi elettrogeni
    per illuminare con i riflettori l’intera zona!); non proprio un
    grande successo.


  2. L’orario scelto è
    molto significativo. Chi volevano trovare alle 7 del mattino?
    Bambini che si preparavano ad andare a scuola? Nella zona c’è
    una piazza di spaccio, ma sicuramente non attiva alle 7 del mattino.
    Dunque, è stata una caccia al clandestino, non al criminale.
    Oppure una mera operazione di facciata, una “prova di efficienza”
    a beneficio esclusivo della stampa.


  3. Che le condizioni
    dei palazzi e degli appartamenti siano pessime non è certo un
    mistero per nessuno, da anni. Questi blitz non sono certo mai
    serviti a migliorarle. Ma chi sono i proprietari degli appartamenti
    in questione? Ne parla un recente articolo di Bergamonews: “(…)un
    piccolo uomo bergamasco
    , sulla settantina,
    rinsecchito e con la faccia di chi sa il fatto suo. Si è
    stupito quando il sindaco l’ha convocato in qualità di
    “proprietario di unità immobiliari nei palazzi Athena”.
    “Come ha fatto a trovarmi?”. Il primo cittadino l’ha trovato
    spulciando gli archivi catastali, consapevole che ci sono
    proprietari di case, nella grande periferia, ai quali non interessa
    nulla delle condizioni degli immobili o delle bollette che non
    vengono pagate. L’importante è che a loro venga versato
    l’affitto a fine mese. Finché si può spremere chi
    cerca casa si va avanti a spremere
    (…)Qualcuno, ad esempio
    qualche agenzia immobiliare, non c’è perché non vuole
    che certi problemi si risolvano”
    .


  4. Nel video realizzato da Bergamo tv si nota che le persone fermate
    vengono condotte via su un autobus di linea SAI (Società Autolinee Interprovinciali). Incapaci di garantire un servizio
    dignitoso a studenti e pendolari della Bassa, hanno forse deciso di
    dedicarsi ad una nuova attività?


link per saperne di più su Zingonia: parte 1 parte 2 Zingonia in tv Zignonia contro la lega
link alla pagina dell’Eco di Bergamo contenente il video: Eco
link all’articolo di Bergamonews sui propietari degli appartamenti: BergamoNews

 

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Foto della Fabbrica della paura

 

Ne trovate alcune qui:

album

 

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Non tutti nella capitale sbocciano i fiori del male

 

E’ venerdì, ovvero il fausto giorno in cui esce in edicola il Giornale di
Treviglio, alieniamoci per un attimo da questa zozza società per godere delle
piccole gioie di provincia.  Nota di colore: l’articolo è inserito  nel contesto di una pagina  intitolata "Settimana di furti e rapine, è allarme  sicurezza in città".

E comunque solidarietà ai visoni. 

 UNA COPPIA DI ABILISSIMI TACCHEGGIATORI è RIUSCITA A
TRAFUGARE UN CAPO DA 4MILA EURO

Treviglio –  Eleganti,
distintissimi e con l’abilità di veri prestigiatori. E’ bastato un secondo di
distrazione dei commessi alla coppia di taccheggiatori entrata in azioni alla
boutique «Mon cachemire» per far sparire un prezioso giubbotto di pelliccia in
visone bianco del valore di 4mila euro.
  Mercoledì scorso il negozio di abbigliamento inaugurato a fine agosto
era pieno di clienti quando la coppia di ladri ha varcato la soglia.
«Erano di mezza età – ha raccontato la direttrice del punto vendita Daniela
Ceruti – Si vedeva che non erano di Treviglio, molto eleganti e distinti, lui
brizzolato. Hanno fatto finta di niente guardandosi un po’ in giro».
In realtà i due taccheggiatori avevano già puntato la loro preda. Un prezioso
giubbotto di pelliccia del valore di 4mila euro.
Appena sono stati certi che
nessuno li fissasse la donna con un solo gesto ha sfilato la pelliccia
dall’attaccapanni facendola sparire sotto la gonna. Poi senza battere ciglio
sono usciti dal negozio.
«In quel momento il punto vendita era affollato e non abbiamo notato nulla – ha
spiegato ancora la direttrice – solo il giorno dopo abbiamo realizzato che
avevamo subito un furto. Per capire chi lo aveva commesso però abbiamo dovuto
visionare con cura i filmati del sistema di videosorveglianza. E’ stato
incredibile vedere la velocità e l’abilità con cui i due ladri hanno fatto
sparire la pelliccia».
Il fatto è stato denunciato alla Polizia di Stato che ha acquisito i filmati e
realizzato due identikit dei ladri.

 

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Proiezione e spettacolo NO-TAV a Treviglio (Bg)

 

Treviglio – Sabato 18 Ottobre 2008 – Sala Melograno c/o Cassa
Rurale, Via C.Carcano 6

NOTAV: LE RAGIONI DI UNA LOTTA IN DIFESA DELLA TERRA E DEL FUTURO DI NOI TUTTI

Programma

ore 15.00: proiezione del film "il vento che fermò il treno", storia dell’opposizione al TAV in Val di Susa

ore 17.00: confronto-dibattito, presenti Oscar Margaira e Claudio Giorno, autori del film e attivisti notav

a seguire: degustazione prodotti agricoli offerti dagli agricoltori coinvolti dal passaggio della linea ferroviaria

ore 21.00: "Processo buffonesco" spettacolo teatrale a cura dell’associazione culturale l’interezza non è il mio forte, di Torino.

IL FILM:
Una storia coinvolgente, che ci tocca tutti in quanto contribuenti, che va ben oltre l’opposizione ad un’opera pubblica inutile e dannosa.
La storia di una comunità che riesce a mettere in luce le incongruenze di un sistema affrontando un problema all’apparenza locale ma che presto si capisce essere globale: di democrazia, informazione. Insomma una questione etica, che ci obbliga a scelte sul nostro futuro prossimo non più prorogabili.

IL TEATRO:
Il processo alla valle che si ostina a dire NO.
NO alla politica dei burattinai, dei manganelli, dei venditori di fumo.
NO al treno che buca le montagne e trasforma in cantieri d’amianto, prati, campi e torrenti.
NO… perchè SI è stato detto tante volte.
E non solo in valtav.
Il processo alla democrazia partecipata:un virus pericoloso. E molto, molto contagioso

Organizza:
Coordinamento Comitati per l’Ambiente – Bassa Bergamasca
in collaborazione con un gruppo di agricoltori del territorio

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