Scriviamo questo post per i lettori
del giornale di Treviglio che, letto l’articolo qui riportato, abbiano l’idea
di leggere questo blog.
Facendo così possono tranquillamente notare come il post riportato nell’articolo
abbia data 5 settembre 2008, giorno in cui il Giornale di Treviglio non aveva
ancora pubblicato la lettera degli organizzatori del famigerato "rave
anarchico".
Sorvolando sulla faccia tosta di chiamare "botta e risposta" il far
passare 15 giorni tra la pubblicazione delle accuse del sindaco e le risposte
degli organizzatori, troviamo stucchevoli le accuse di nascondersi dietro
l’anonimato; a parte il fatto che per i blog non esiste obbligo di firma, rammentiamo
ai redattori del giornale di Treviglio l’esistenza di gruppi di persone che fanno volentieri a meno
di portavoce e che quindi si riconoscono in un nome collettivo, sia esso "organizzatori della festa", "collettivo della Bassa", ecc.
Non per viltà, ma proprio per
mostrare come le proprie opinioni siano interamente condivise da un gruppo che
va oltre le singole individualità.
Inoltre non si vede la necessità di fornire al giornale di Treviglio la
disponibilità a firmare personalmente, visto come viene trattato il materiale
inviato: alla lettera degli organizzatori della festa pubblicata è stato
infatti appioppato arbitrariamente il titolo: "niente soldi niente leggi", il quale non sintetizza per nulla
il contenuto della lettera e fornisce
dunque una chiave di lettura errata agli incauti lettori.
Si spera di non dover scomodare la malafede
dei redattori nel fornire una lettura personale e come tale non obbiettiva e
rispettosa del contenuto della lettera.
Si veda poi come sono trattate le notizie: sono state utilizzate foto di scritte su muri che non
c’entrano palesemente nulla con la festa o con qualsivoglia critica al sindaco,
e realizzate precedentemente alle date contestate.
P.S. gli organizzatori del
"rave anarchico" non sono le stesse persone che pubblicano su questo
blog.
P.P.S. gli autori di questo blog non si mai neppure sognati di definirsi "cronisti".
Ed ecco l’articolo, nel quale tra l’altro si continua a parlare di "ritorsione" da parte degli organizzatori della festa:
Romano di Lombardia – La vicenda
del raduno anarchico non autorizzato, organizzato da un gruppo di giovani nel
Parco del Serio lo scorso luglio torna ad accendere gli animi. Dopo il botta e risposta
fra il sindaco e gli organizzatori, pubblicato sul Giornale di Treviglio lo
scorso 29 agosto e lo scorso 12 settembre, ora gli organizzatori ripartono
all’attacco. Nel blog del collettivo della Bassa (http://bassa2.noblogs.org)
il sedicente cronista accusa il Giornale di Treviglio di non aver voluto
pubblicare la lettera di precisazione, regolarmente pubblicata invece lo scorso
12 settembre.
Nell’intervento il reporter conclude: «Pensate che il Giornale di Treviglio
abbia pubblicato la smentita? Se sì, vi sbagliate. Qualcuno avrà agito al di
fuori della legalità, ma altri sono proprio al di fuori di ogni decenza». Un attacco
sleale, trincerato dietro l’anonimato, così come anonima era la richiesta di
precisazione da parte degli organizzatori. Non appena l’email è arrivata al
giornale, la redazione ha risposto avvisando il mittente che il messaggio sarebbe
stato pubblicato allorquando fosse stato individuato un autore, cosa che è
puntualmente avvenuta non appena Nausicaa Pandolfi si è fatta avanti.
A nostra volta quindi invitiamo l’anonimo reporter a verificare i fatti e a
riflettere sull’opportunità di tirate moralizzatrici che scomodano la decenza.
Del resto la forma dell’anonimato non è prova di quel senso di responsabilità e
di maturità che qualunque richiamo all’etica implica.
Viene in mente la frase di un noto poeta: «Se un uomo non ha il coraggio di
lottare per la propria idea, o questa non vale nulla o non vale nulla lui».
Intanto pare che la vicenda stia scatenando polemiche anche sul versante
politico. Rispondendo alla richiesta di chiarimenti della Lega Nord il sindaco
ha fatto sapere che l’intervento della Polizia locale per impedire lo
svolgimento della festa, cui è seguita la ritorsione dei partecipanti, non
aveva scopo politico, bensì si limitava all’applicazione del regolamento per
l’occupazione degli spazi pubblici.
Giornale di Treviglio, 19/09/08