Dateci i treni e poi ne riparliamo!

MANIFESTAZIONE PUBBLICAdomenica 16 novembre, alle ore 10.30, presso il parcheggio a servizio della fermata ferroviaria di Arcene


in caso di maltempo presso la Sala Consiliare "La Costituzione del ‘47", Piazza della Civiltà contadina
 

La grande opera che vogliamo: treni per i pendolari! 

Siamo pendolari.Dopo anni di esperienza non ci stupisce l’atteggiamento di Trenitalia, Rfi e compagnia cantante: un’arroganza crescente che si accompagna ad un progressivo dirottamento delle risorse alle grandi opere (TAV, grandi stazioni ecc.) abbandonando il servizio per studenti e lavoratori.

La strategia è chiara: spremere il più possibile i viaggiatori con continui rincari e eliminazione dei rimborsi, tagliare al tempo stesso le tratte con modifiche agli orari, eliminazione di treni, mancati investimenti in nuovi lavori nelle tratte, investimenti in lavori mai completati o peggio ancora completati e abbandonati come nel caso di Arcene, in una paradossale politica di riorganizzazione e tagli degli sprechi (ricorda forse qualcosa? magari la scuola, o il pubblico impiego?).

Si prende un’azienda pubblica, rispondente ad una necessita vitale come la mobilità, e la si trasforma in un servizio di lusso per pochi clienti, come amano chiamare i passeggeri quelli di Trenitalia, il tutto con largo uso di fondi pubblici.

Non ci si può aspettare d’altro da un gruppo dirigente con l’ amministratore delegato  che invita i "clienti" di certe tratte a non prendere il treno perchè c’è troppa gente; che investe  (notizia di questi giorni) in un nuovo treno Milano-Roma super lusso che, una volta arrivati, rende disponibile, con soli 35 euro in più, una limousine(!) .

Sembra quasi di sentirli dire: ma cosa pretendono questi di Arcene, che gli facciamo arrivare il treno sotto casa? La risposta è SI! E non solo questo, pretendiamo che il treno sia pulito, che abbia partenze frequenti, che arrivi in orario e che non si debba trascorrere il viaggio in piedi o ammassati negli spazi tra i vagoni, a rischio della nostra sicurezza.

Ovviamente verrà detto che i soldi per Arcene non ci sono.I soldi che potrebbero finire nella tratta Milano- Bergamo li usano per un’opera dannosa come la TAV. Realizzare la TAV in Italia costa 10 volte di più che negli altri paesi, per tratte nettamente inferiori. Come mai? Un articolo apparso sull’Espresso mette in luce i primi risultati di un’indagine condotta dalla Procura di Milano. L’avvio dei lavori per l’alta velocità, avvenuto nel 2002, è stato immediatamente oggetto di attenzione da parte dei clan di Cosa Nostra e della ‘Ndrangheta, infiltrati nel controllo delle gare di appalto, nel noleggio dei macchinari da scavo e nella fornitura di materiali e commesse.L’intreccio fra malaffare e grandi opere non si è però limitato alla gestione dei lavori: un gran numero di cave usate per l’estrazione dei materiali da costruzione sarebbero poi state riempite con materiali pericolosi, fino a diventare vere e proprie discariche illegali di rifiuti tossici

. Inoltre Trenitalia finanzierà indirettamente la BreBeMi. Sembra un paradosso che chi fa treni si metta a costruire strade, però è così. Quindi altri soldi finiranno in un progetto di un’autostrada la cui gara d’appalto è sotto esame da parte dall’Unione Europea per dubbi di legittimità. L’utilità di questa nuova autostrada è molto dubbia, visto che l’unico studio mai effettuato sulla mobilità nelle nostre zone prevede migliori benefici con l’adeguamento delle strade esistenti.

La natura puramente speculativa della BreBeMi si palesa nel fatto che le uniche opere in via di realizzazione sono dei centri commerciali sul suo futuro tracciato.La voglia di costruire e cementificare ovunque sull’onda di una speculazione senza ritegno necessita ovviamente di materiale da costruzione. Ed ecco dunque che i cittadini di Arcene si vedono costruire una cava oltre alle varie già esistenti nel territorio circostante.

 Non solo non danno il servizio per cui si è già pagato, ma chiedono che gli si dia ancora dell’altro!I cittadini di Arcene e i passeggeri della tratta Milano-Bergamo hanno già pagato, e anche tanto negli anni precedenti, per un servizio scadente.Non possiamo e non vogliamo dare ancora di più. 

Vogliamo solo ciò che ci spetta di diritto: un servizio efficiente e alla portata di tutti  per studiare e lavorare, un ambiente vivibile, meno traffico sulle strade. 

Rete*Bassa   

 

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