Cologno al serio – «Moratoria contro la pena di morte? Solo un’uscita
propagandistica». Non è una dichiarazione di un senatore del Texas, ma
la posizione presa da un piccolo paese bergamasco. L’Onu lo scorso 18
dicembre ha approvato la moratoria contro la pena di morte presentata
dall’Italia raccogliendo il voto favorevole di 104 nazioni. Tra i paesi
contrari anche Barbuda, Singapore, Nigeria, Iran, Sudan, Cina e Cologno
al Serio. Avete capito bene, il piccolo paese della Bassa bergamasca lo
scorso maggio ha votato una delibera in cui «si chiede che questo
consiglio comunale prenda le distanze da questa iniziativa e non
appoggi sul proprio territorio azioni o attività in tal senso». La
mozione, presentata dai consiglieri di maggioranza Stefania Boschi,
Andrea Cavalleri e Fabrizio Maver lo scorso 22 maggio, è stata
approvata dal consiglio comunale il 18 luglio con 9 voti favorevoli e 4
contrari. Immediata la reazione di alcune associazioni di volontariato
del paese che si sono schierati contro il voto del consiglio comunale.
E nonostante la battaglia di cui l’Italia si è fatta capofila all’Onu
per la promozione della moratoria, la mozione bergamasca ha avuto il
via libera e rimane nei documenti approvati dal comune di Cologno al
Serio.
Roberto Legramanti (nella foto a destra), sindaco del paese bassaiolo e consigliere
provinciale della Lega Nord, spiega il significato di questa mozione.
«Chiariamo subito una cosa: personalmente sono da sempre contrario alla
pena di morte. Quella mozione è stata presentata contro la campagna
promossa dal governo Prodi. Alcuni consiglieri ritenevano che la
moratoria fosse solo un’uscita propagandistica. Sembra assurdo chiedere
a paesi come la Cina di impegnarsi ad abolire la pena di morte».
Quindi era solo una boutade puramente politica. Niente a che vedere con
i diritti umani. «Ci mancherebbe – continua Legramanti -. Quello poi
era un voto puramente personale, non c’erano voti di indicazione
politica, la Lega Nord non c’entra. Ogni consigliere era libero di
votare senza indicazioni di partito».
Eppure in paese qualcuno storce il naso. «Non siamo a favore della pena
di morte – conclude il primo cittadino – e poi, con l’approvazione
della moratoria da parte dell’Onu, la nostra mozione automaticamente
perde valore».
propagandistica». Non è una dichiarazione di un senatore del Texas, ma
la posizione presa da un piccolo paese bergamasco. L’Onu lo scorso 18
dicembre ha approvato la moratoria contro la pena di morte presentata
dall’Italia raccogliendo il voto favorevole di 104 nazioni. Tra i paesi
contrari anche Barbuda, Singapore, Nigeria, Iran, Sudan, Cina e Cologno
al Serio. Avete capito bene, il piccolo paese della Bassa bergamasca lo
scorso maggio ha votato una delibera in cui «si chiede che questo
consiglio comunale prenda le distanze da questa iniziativa e non
appoggi sul proprio territorio azioni o attività in tal senso». La
mozione, presentata dai consiglieri di maggioranza Stefania Boschi,
Andrea Cavalleri e Fabrizio Maver lo scorso 22 maggio, è stata
approvata dal consiglio comunale il 18 luglio con 9 voti favorevoli e 4
contrari. Immediata la reazione di alcune associazioni di volontariato
del paese che si sono schierati contro il voto del consiglio comunale.
E nonostante la battaglia di cui l’Italia si è fatta capofila all’Onu
per la promozione della moratoria, la mozione bergamasca ha avuto il
via libera e rimane nei documenti approvati dal comune di Cologno al
Serio.
Roberto Legramanti (nella foto a destra), sindaco del paese bassaiolo e consigliere
provinciale della Lega Nord, spiega il significato di questa mozione.
«Chiariamo subito una cosa: personalmente sono da sempre contrario alla
pena di morte. Quella mozione è stata presentata contro la campagna
promossa dal governo Prodi. Alcuni consiglieri ritenevano che la
moratoria fosse solo un’uscita propagandistica. Sembra assurdo chiedere
a paesi come la Cina di impegnarsi ad abolire la pena di morte».
Quindi era solo una boutade puramente politica. Niente a che vedere con
i diritti umani. «Ci mancherebbe – continua Legramanti -. Quello poi
era un voto puramente personale, non c’erano voti di indicazione
politica, la Lega Nord non c’entra. Ogni consigliere era libero di
votare senza indicazioni di partito».
Eppure in paese qualcuno storce il naso. «Non siamo a favore della pena
di morte – conclude il primo cittadino – e poi, con l’approvazione
della moratoria da parte dell’Onu, la nostra mozione automaticamente
perde valore».
Il Nuovo Giornale di Bergamo, 04/01/08