Romano, fuga dal Bennet


 

Sarebbero una trentina le dimissioni in meno di sei mesi. I
lavoratori: «Regime oppressivo»

CENTRO COMMERCIALE,
FUGA DAL BENNET

 I full time sostituiti da part time a tempo
determinato. Contattata, l’azienda per ora ha preferito non commentare

Romano di
Lombardia
 Una trentina di dimissioni in meno di sei
mesi, impiegati di alto livello, anche con mansioni di responsabilità, da anni
in servizio al centro commerciale cittadino che si licenziano al buio o che
lasciano un posto fisso, vicino a casa per accettarne un altro part time a
molti chilometri.
  Pare che al Borgo, dallo scorso agosto, quando è subentrata la gestione
«Bennet» sia in corso una vera e propria emorragia di dipendenti.
Secondo quanto segnalato dagli stessi lavoratori che, per paura di ritorsioni,
hanno chiesto di mantenere l’anonimato, dei dipendenti originari, assunti dalla
precedente gestione con il contratto full time a tempo indeterminato, ne siano
rimasti ormai una quindicina, la stragrande maggioranza, più di un centinaio di
posto di lavoro, è occupata da neoassunti a contratto part time e a tempo
determinato. Un asso nella manica da parte di Bennet che espone i lavoratori a
disagi e turni di lavoro massacranti.
Secondo le testimonianze raccolte fra i dipendenti in uno stesso giorno capita
quotidianamente di lavorare dalle 6.30 alle 11.30 della mattina e poi dalle 18
alle 22.
Lo stesso accade per le domeniche.
«È ormai scontato che ai dipendenti part time, che dovrebbero lavorare 20 ore
la settimana, si chieda di farne 30 o 40 e non c’è possibilità di scelta,
altrimenti si subiscono ritorsioni – ha spiegato una dipendente – Capita che
neghino i permessi o che ti trasferiscano di punto in bianco da un reparto
all’altro, o ti richiamano per un nonnulla. Tempo fa la responsabile delle
cassiere è finita a fare lei stessa la cassiera, mentre un’impiegata
dell’amministrazione è stata trasferita in pescheria. Certo lo possono fare
perché tutti noi siamo assunti come impiegati, non si specifica la mansione.
Fatto sta che lì dentro si respira un’atmosfera da lager, ci sentiamo
continuamente sotto sorveglianza. Se ci fermiamo a fare la spesa, dopo il turno
di lavoro, controllano che non ci fermiamo a parlare con i colleghi,
scoraggiano qualunque contatto fra di noi. Anche le necessità fisiologiche
devono essere regolamentate e comunque vengono dopo le esigenze della
clientela».
Un’organizzazione sindacale esiste, anche se, pare non abbia molto seguito in
azienda: «La maggior parte dei vecchi delegati, quelli più intransigenti, se ne
sono andati – ha continuato un’altra – e chi resta fa quel che può. Anzi spesso
subisce dispetti e pressioni».
Contattata, l’azienda ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

Il Giornale di Treviglio, 01/02/08 


 

20 novembre 2002: l’ex prefetto di Bergamo, Cono Federico, l’ex sindaco di Romano,
Giuseppe Longhi,  Battista Zerbini, amministratore delegato
della «Zerbi Market spa», inaugurano il centro commerciale "il Borgo", mentre don
Angelo Longaretti, il parroco di San Pietro di Romano impartisce la benedizione ai presenti e al nuovo
complesso.


 

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