Prosegue l’udienza che vede imputati carabinieri e vigili urbani della Bassa per pestaggi di immigrati e molto altro ( vedere qui)
"Raid in divisa, irregolari i verbali dell’inchiesta"
La difesa: c’è la firma dello stesso inquirente per
interrogatori contemporanei e in posti diversi. La Procura: errore di
battitura
Un’inchiesta nella quale viene contestata anche la mancata
verbalizzazione di sequestri di droga, cellulari e soldi, non può
basarsi su verbali irregolari. Il paradosso viene servito nel
pomeriggio di ieri dall’avvocato Andrea Pezzotta durante il processo
preliminare contro la presunta banda della Panda nera, ossia il gruppo
di carabinieri e vigili urbani che, per l’accusa, tra il novembre 2005
e il giungo 2007 nella Bassa avrebbe messo a segno una decina di
spedizioni punitive per lo piu’ contro immigrati nordafricani.
"I verbali sono irregolari"
Non è un esercizio retorico quello del legale, impegnato a chiedere
l’assoluzione in abbreviato per Viviano Monacelli, uno degl imputati
centrali dell’indagine, per il quale nella scorsa udienza il pm Enrico
Pavone aveva chiesto 5 anni d carcere. Pezzotta va infatti sul concreto
citando gli interrogatori delle presunte vittime dei pestaggi, alcuni
dei quali (almeno 5), stando alla data dei verbali, si sarebbero svolti
contemporaneamente a Bergamo e a Martinengo. Su tutti i documenti c’è
la firma di un maresciallo della polizia giudiziaria che, conlude il
legale, non ha certo il dono dell’ubiquità. Pezzotta dice che non sa
che cosa possa essere successo, ma è certo su un punto: quei verbali
sono irregolari. Secondo la Procura si tratterebbe invece di un errore
materiale e in buona fede, un’intestazione o una data sbagliata
sull’atto, che non cambierebbe di una virgola l’efficacia del
contenuto.
L’interprete interessato
Non utilizzable sarebbe invece, per l’avvocato, il verbale delle
dichiarazioni di una cameriera marocchina del locale in cui sarebbero
stati picchiati alcuni extracomunitari: non è regolare perchè come
interprete della donna sarebbe stato utilizzato il datore d lavoro, che
per la difesa avrebbe avuto interesse a dir male dei carabineri di
Calcio. Piu’ una requisitoria che un’arringa, quella di Andrea
Pezzotta, due ore e un quarto passate a sminuzzare un’inchiesta che "andava condotta con prudenza assoluta, visto che l’ambiente in cui si è sviluppata è quello insano dello spaccio di stupefacenti".
I BUONI E I CATTIVI
Un po’ quello che aveva ricordato in mattinata l’avvocato Massimo
Bonvicini del foro d Brescia chiedendo il non luogo a procedere per tre
ex carabinieri di Calcio, Giuseppe di Marzio, Davide Mattarello e Mauro
Martini, che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario.
Secondo il legale, "in
quest’inchesta è stata fatta una scelta di campo metodologicamente
sbagliata, quella di credere agli spacciatori e non ai carabinieri".
Pure l’avvocato Enrico Mastropietro, che ha chiesto l’assoluzione per
il carabiniere Fabio Battaglia e l’agente della Polizia locale di
Cortenuova Gian Paolo Maistrello, ha parlato di "scelta aprioristica di
dividere l’indagine fra buoni e cattivi", rilanciando indirettamente la
tesi in voga tra le difese secondo la quale la molla di questa vicenda
giudiziaria sarebbe la rivalità tra i carabinieri di Martinengo e i
colleghi di Calcio. Da una parte i "buoni" di Martinengo, dall’altra i
"cattivi" d Calcio: una semplificazione che per le difese sarebbe stata
nociva e fuorviante per il proseguo delle indagini. E, per l’avvocato
Pezzotta, sarebbero stati proprio "i contrasti tra i carabinieri di
Martinengo e il resto del mondo che inducono a sospettare un po’ sulla
costruzione giudiziaria della vicenda".
Il chilo di Hashish
Le difese sono entrate anche nel dettaglio dei singoli episodi. Sulla
presunta restituzione di un chilo d hashish allo spacciatore che è
costata l’accusa di spaccio a quattro mlitari, Mastropietro (per per
Battaglia) e Pezzotta (per Monacelli) hanno spiegato che c’erano tutti
i presupposti perchè i due carabinieri considerassero l’operazione un
sequestro ritardato per arrivare all’arresto di un pezzo grosso. Su
Maistrello, accusato di aver detenuto al comando dei vigili di
Cortenuova 41 grammi di cocaina e 4 di hashish, l’avvocato Mastropietro
ha affermato che il sequestro dello stupefacente sarebbe spettato ai
carabinieri di Martinengo.
Sull’arresto di uno spacciatore al casello di Ponte Oglio, effettuato
da Monacelli facendo evadere – secondo l’accusa -l’acquirente (V.M. di
Palosco) dagl arresti domiciliari, l’avvocato Pezzota ha sottolineato
che non era un acquisto "indotto" dal carabiniere, dato che V-M-
avrebbe ordinato la droga per conto suo qualche giorno prima.
Il verdetto del giudice
La prossima udienza preliminare, il 28 febbraio, sarà dedicata ancora
agli interventi delle difese, così come quasi sicuramente quella del 13
marzo. Il verdetto del gup Bianca Maria Bianchi – che deve pronunciarsi
su 8 richieste di condanna, una di assoluzione, tre di patteggiamento e
9 istanze di rinvio a giudizio – potrebbe arrivare entro la fine del
mese prossmo.
L’Eco di Pergamo, 22/02/08