In 4 giorni non se ne è vista traccia (per dovere di cronaca siamo spesso a Zingonia, ma non 24 ore su 24), tranne ieri.
Tre alpini e un carabiniere si fermano nella piazza del missile davanti ai palazzi Athena. Un alpino fa un giro dei negozi, mentre gli altri si assettano sulla jeep.
Intanto i pusher, tranquillissimi, li guardano con un misto di compatimento e ilarità. Dopo 5 minuti i militari se ne vanno.
Lo spaccio ritorna esattamente come prima.
Come è sempre tornato dopo le maxi-retate di centinaia di militari dell’arma dei carabinieri; come è tornato dopo l’installazione di un presidio di polizia locale nella piazza anni fa (soppresso ormai da tempo).
L’unica cosa su cui queste operazioni hanno effetto è generare il terrore nei clandestini che lavorano in nero nella zona e che trovano abitazioni solo a Zingonia.
Se già con il pacchetto sicurezza molti non escono più di casa, se non per andare al lavoro, la presenza dei militari non fa altro che peggiorare la loro situazione. Essi sono stati ridotti da persone a semplici braccia da lavoro, per merito dell’operato dei governi degli ultimi anni. L’unica cosa che possono fare è lavorare in nero, in balia di un datore di lavoro che può permettersi di chiedere prestazioni disumane sotto il ricatto continuo dell’espulsione.
Ricordiamo infatti come, a parte il caso delle badanti, dopo il blocco dei flussi, con i quali era comunque difficile regolarizzarsi, non esiste alcun modo perchè una persona straniera possa venire a lavorare in Italia (a meno che non sia una ballerina o un calciatore).
Abbiamo le frontiere chiuse, senza alcuna differenza come dicono i leghisti tra chi viene qui per delinquere o chi viene qui per lavorare (tra l’altro ci piacerebbe sapere come si possa effettuare una discriminazione tra gli ingressi in base a questo principio: come se i doganieri dovessero chiedere ai migranti se vogliono entrare in italia per commettere reati e in caso fossero talmente fessi da rispondere affermativamente, respingerli)
Ma uscendo da Zingonia (che ha bisogno di tutto tranne che di alpini in jeep) e allargando lo sguardo sull’intera provincia si vede come i militari siano arrivati. Infatti stanno già rendendo più sicure le nostre strade: prontamente una pattuglia mista carabinieri-alpini ha fermato e denunciato a Bergamo un quarantenne che orinava all’aperto in piazzale Alpini (e taciamo sul palese conflitto d’interessi).
Ma è sempre bello vedere la razionale disposizione degli uomini sul territorio, messi nei punti giusti perchè ovviamente servono e nessun disfattista oserebbe mai dire che i nostri amministratori non sanno che farsene; ne dà prova il neo sindaco leghista di Dalmine, totalmente ignara della presenza dei militi sul suo territorio (link).
E nessuna dislocazione in altri quartieri o strade ci convincerà mai che i militari sono utili per l’ordine pubblico, perchè i soldati ci sono perchè esiste la guerra, i soldati sono addestrati a fare la guerra, i soldati operano normalmente in teatri di guerra.
E concludiamo così, con l’evidente ed ulteriore prova di un’operazione di facciata, augurandoci che non ci si abitui alla loro presenza. O è forse questo lo scopo nascosto dietro quest’operazione?