Una notizia di Ferragosto:
CASSANO D’ADDA Il
Comune interdice l’accesso al fiume per il giorno di festa
Pic nic vietati a
Ferragosto Soprattutto per i senegalesi
Non è certo Giancarlo Gentilini che, per carità, di gente
come il prosindaco trevigiano uno basta e avanza. Ma, nell’estate delle
ordinanze anti-immigrati, il «buon» sindaco di Cassano d’Adda (un comune di
circa 20mila abitanti in provincia di Milano), il forzista Edoardo Sala, ha
voluto, in piccolo, fare la sua parte. E ha deciso di impedire lo svolgimento
della festa di ferragosto della comunità senegalese sul suo territorio.
Con un’ordinanza ad hoc, preparata in fretta e furia nell’afosa calma estiva
della profonda provincia milanese: «Per il giorno 15 agosto 2008, dalle ore 7
alle ore 24 – recita il documento, datato 23 luglio – è fatto divieto assoluto
di accesso e permanenza di cose e persone all’interno dell’area denominata
‘Pignone’ che per l’occasione avrà gli ingressi debitamente chiusi con apposita
segnaletica verticale”
(…)Ogni fine settimana da maggio a settembre, tempo
permettendo, la zona è meta di famigliole con bimbi al seguito, ragazzotti che
giocano «al pallone», pescatori e coppiette che provano a infrattarsi per avere
un po’ di intimità. E, almeno fino allo scorso anno, di tutta la comunità
senegalese della zona, che da oltre vent’anni trascorre il ferragosto sulle
rive dell’Adda. Organizzando una festa spontanea, che vede arrivare da tutta la Lombardia gente
originaria del Senegal, ma non solo, e che è diventata col tempo un’occasione
di socialità e integrazione tra la comunità immigrata e gli «indigeni»,
perlomeno quelli che in quel periodo non sono spaparanzati al sole nelle loro
case di villeggiatura.
Ma, per il primo cittadino cassanese, quella festa non s’ha da fare. E allora
ecco pronta l’ordinanza. Che motiva la decisione di chiudere la zona con «il
diffuso allarme sociale» provocato negli abitanti «dall’elevato numero di
persone di diversa nazionalità» (africana, naturalmente. E se fosse svizzera o
statunitense?) che ormai da diversi anni si ritrova nella zona. Probabilmente
«brutta gente» secondo il sindaco e che, a suo dire, fa un «uso spropositato di
bevande alcoliche (gli italiani no?), di strumenti atti a generare musica (si
chiamano strumenti musicali, signor sindaco) e che deturpa il patrimonio
pubblico». Quindi lì non ci deve stare. E sì che la festa senegalese è riuscita
a sopravvivere anche a due mandati di monocolore leghista, proprio perché anche
la «vox populi» ha sempre riconosciuto la civiltà dei partecipanti e la cura
nel non arrecare danni all’area.
(…)Quello per la festa di ferragosto non è il primo «niet» del
sindaco. In primavera aveva vietato il concerto del Primo Maggio, dicendo che
era troppo rumoroso, e il mese scorso ha impedito che si svolgesse in un parco
cittadino un corso di yoga organizzato dai Verdi locali (troppo rumoroso anche
quello forse). In compenso, qualche settimana fa, i cittadini cassanesi sono
stati svegliati nel cuore della notte dai fuochi d’artificio sparati in villa
Borromeo, storica villa cassanese (e di proprietà di Silvio Berlusconi), dove
si stava tenendo una festa della guardia di finanza. A un’interpellanza
presentata dalle opposizioni sulla questione in consiglio comunale il sindaco
si è scusato, dicendo che era stato un errore, ma che «visto il calibro dei
partecipanti (Anna Falchi e, pare, anche Giulio Tremonti) l’evento aveva dato
lustro alla città».
(Il Manifesto)
Da abitanti della zona, aggiungiamo un particolare non da poco: la festa ha potuto svolgersi, in realtà, per l’intercessione del sindaco di Fara Gera d’Adda, comune sulle sponda bergamasca del fiume. Gli africani, di varie nazionalità visto che la festa non è organizzata solo dalla comunità senegalese, a detta dello stesso sindaco e della gente del luogo non hanno creato nessun disturbo nè tantomeno problemi di "sicurezza". Molti gitanti si sono invece lamentati per la presenza dalla Polizia locale di Cassano d’Adda sul ponticello di legno che collega le due sponde, che impediva a chiunque di raggiungere la riva milanese dell’Adda (fare una passeggiata attraversando il ponte è un’usanza molto diffusa il giorno di Ferragosto, e non solo). Qui trovate le prove, sotto forma di fotografie piuttosto eloquenti. Il sindaco di Cassano d’Adda aveva infatti avvertito: "Farò rispettare la mia ordinanza, nessuno tenti un colpo di mano!"
Questa strana "guerra dell’Adda" fa pensare ad un nuovo Medioevo fatto di paesi-stato autonomi, che dettano legge a suon di ordinanze "creative", e mandano la Locale armata a presidiare i ponti levatoi che li difendono dai paesi nemici. Insomma, uno spasso.
Da segnalare il titolo di Libero "news" (ebbene si, un altro quotidiano nazionale oltre al Manifesto e Repubblica si è interessato della faccenda): "Adda nel caos per la festa africana".
Crediamo che l’Adda, almeno lei, se ne sbatta altamente della nazionalità di chi si ritrova a passare un po’ di tempo libero sulle sue sponde. Di sicuro non si sarebbe aspettata di tornare ad essere confine sorvegliato tra i territori di Milano e Bergamo.
ciao, anche io a Ferragosto ero al Pignone. Ho messo un resoconto della giornata sul mio sito http://www.robertomaviglia.it