Alcune riflessioni a bocce ferme dopo le elezioni europee ed amministrative
Le ultime elezioni amminsitrative hanno visto nella Bassa Bergamasca
una forte avanzata della Lega Nord. Comuni storicamente a sinistra (o
centro sinistra) sono caduti uno dopo l’altro.
Le ragioni di questa vittoria, più che nella capacità e nel valore
delle sezioni e delle amministrazioni leghiste, vanno ricercate nella
capacità del partito di Bossi di creare linguaggi e parole d’ordine in
grado di monopolizzare e indirizzare il discorso politico.
La Lega è l’unico partito in grado di farlo: il PDL sopravvive grazie
al culto della personalità, il PD annaspa e si rivela contenitore vuoto
e privo di identità, la sinsitra radicale implode indignitosamente (e
no, non basta dire che sommando i voti dei vari partitucoli si prende
il 6%)
Comunque qui non si parla di programmi, qui si parla di "cultura popolare", ed è il partito del senatur a farla da padrone.
in sostanza il programma leghista si compone di questi due video
il liscio ha sempre usato temi di attualità popolare nei testi delle
proprie canzoni come il papa, padre Pio, anche la guerra in Iraq e
l’attentato di Nassyria (si veda a riguardo la canzone "Eravamo in 19"
dell’orchestra Bagutti); l’uso però della sicurezza e dei clandestini è
appunto il segnale di come la Lega abbia saputo innestare queste parole
d’ordine all’interno della cultura popolare, travalicando il confine
dei propri militanti e simpatizzanti.
Ma il raggiungimento di tale obbiettivo da parte del partito di Bossi è
dovuto al fatto di non aver trovato oppositori; la Lega è stata in
grado di creare quel terreno di coltura dell’intollerenza che oggi
forma il suo bacino elettorale, senza trovare ostacoli.
Se volete un’esempio recente di ciò cliccate pure qui
Ciò non toglie che gli strumenti in mano ai leghisti siano infallibili.
ne è un esempio lo scarto presente in tutti i comuni della Bassa
Bergamasca tra i voti ricevuti dalla Lega alle europee e i voti
ricevuti alle amministrative: le liste comunali leghiste hanno preso
molti voti in meno di quanto il partito padano ha raccolto in europa.
Sintomo questo di come la concretizzazione degli slogan leghisti in
programmi elettorali riferiti a piccole realtà, e quindi direttamente
verificabili nella loro efficacia da tutti, mostri l’incapacità della
Lega di agire al di fuori della sfera emozionale/comunicativa della
paura e della sua gestione, altro che partito del fare.
Nonostante questo il divario tra europee e amministrative ha comunque
permesso ai candidati leghisti di installarsi in molti comuni, anche
perchè, come prima si è detto e come non ci si stanca di ripetere,
l’opposizione è praticamente inesistente, salvo rare eccezioni.
Una di queste, forse la più lodevele, riguarda il comune di Arcene; in
questo paese il segretario provinciale della Lega nonchè cittadino
arcenense Cristian Invernizzi si è candidato alla carica di primo
cittadino, certo di vincere a mani basse.
Purtroppo per lui, ma non per noi, si è trovato di fronte ad un
candidato sindaco competente, conosciuto e dalle idee chiare, che è
stato in grado di togliere alle lega più di 900 voti su circa 3000
votanti.
Il povero Invernizzi è stato così costretto ad accontentarsi della
poltrona di assessore alla sicurezza del comune di Bergamo, un ottima
poltrona per un trombato di tale portata.
Per sintetizzare questo lunga analisi, che comunque ha tralasciato
numerosi aspetti della politica leghista, oggi ci si trova con un
partito che, fondando il proprio potere sulla capacità di suscitare
emozioni e paure, non ha la minima idea di come gestire il territorio
che gli è stato praticamente consegnato dalle opposizioni, e che ha
ottentuo sfruttando l’intollerante onda lunga del suo simbolo. Ed è
proprio per nascondere questa incapacità di gestione, incapacità
scellerata in un periodo di crisi come questo, che nei prossimi mesi si
vedrà un proliferare di ordinanze grottesche e pericolose (che già si
vedono nelle leggi regionali anti-kebab) e a cui è ancora più
necessaria un’opposizione ferma e decisa, che sia in grado di
riaffermare che la Bassa Bergamasca (ma non solo) è antirazzista e che
ripudia con forza l’intolleranza leghista.