Il leghista Pirovano separa i migranti dagli italiani al pronto soccorso

 

Ettore Pirovano, candidato alla provincia di Bergamo, l’uomo che è riuscito a saldare tutta (o quasi) la destra bergamasca, l’uomo del 60% assicurato alle urne, l’uomo che sulle frequenze di Radio Padiana Libera il 28 aprile 2009 si lascia andare a progetti come questo:

link al blog di Daniele Sensi

Per nostra conoscenza diretta gli infermieri di Treviglio non "dimenticano" gli anziani, e, come è giusto e sacrosanto che sia in una struttura santiaria, non fanno preferenze in base a parametri che non siano legati alla salute del paziente, tanto meno al Pronto Soccorso dove ogni prestazione è erogata seguendo il codice Triage, assegnando la priorità alle situazioni più urgenti.

Ma cosa vuole fare Pirovano, sostituire il codice dell’organizzazione mondiale della sanità e la scala cromatica delle urgenze (rosso = paziente in pericolo di vita immediato, giallo = paziente con lesioni gravi, verde = interventi rinviabili, bianco = nessuna urgenza) con magari un bel verde padano per "la nostra gente", come la chiama lui, e un bel simbolo di divieto per "gli altri" (non leghisti? non padani? non italiani? non in regola coi documenti?)?
Magari, se fosse più creativo, potrebbe dotare il pronto soccorso di simpatici triangolini da applicare sulla giacca dei pazienti, come ai "bei" tempi andati.

Sarà questo il presidente della provincia di Bergamo per i prossimi 5 anni? Quel presidente che tra la gente del suo partito parla di corsie separate per gli stranieri? È un progetto concreto, come sembra di intuire dal colloquio che si vanta di aver avuto con il direttore generale dell’ospedale di Treviglio (in quota Lega, guardacaso), o una becera boutade per la campagana elettorale?

Di certo Pirovano deve prendersi la responsabilità di ciò che ha detto. O smentisce, rivelandosi incoerente con la presunta purezza leghista avulsa dalle facili promesse elettorali, o rivendica ciò che ha detto fino in fondo, esponendo il progetto delle modifiche ai reparti di Pronto Soccorso bergamaschi, mostrandosi coerente con l’idea che i leghisti hanno della salute pubblica e delle persone: un’idea che trasforma medici, infermieri ed operatori sanitari in spie e li porta a disconoscere il giuramento di Ippocrate, abbassando il diritto di cura ad un servizio erogabile a seconda delle grida (in senso manzoniano) del podestà di turno.

p.s. diamo la solidarietà ai medici, infermieri e operatori sanitari accusati da Pirovano di dimenticare di curare i pazienti anziani  

 

 

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One Response to Il leghista Pirovano separa i migranti dagli italiani al pronto soccorso

  1. augusto says:

    da un fascista/razzista non si può aspettare altro…

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